Itinerario sul gruppo del Carega con bambini.

Oggi siamo veramente felici di ospitare il racconto di Ilaria, una nostra affezionata lettrice che ha voluto condividere con noi la sua gita a Km 0. Nel ringraziarla calorosamente, vogliamo estendere l’invito a tutti voi! Ci piacerebbe far diventare Veneto for Kids una community di genitori viaggiatori!!!

Può l’attesa della preparazione di un buon risotto della nonna, trasformarsi in una camminata in montagna? E lo sgranocchiare patatine seduti sul prato dei nonni, all’ombra di un vecchio salice trasformarsi in un pic-nic? Certo che sì, quando si ha a che fare con una ragazzina di docici anni, un bimbo di sei , una bimbetta di due e una poppante di cinque mesi, tutto è possibile! E così…detto…fatto! Trovando inspirazione da queste poche cose ci siamo organizzati per una bella gita in montagna!

06 ricerca posto pic-nic

La nostra destinazione per il pic-nic della domenica è stata Giazza, un piccolo paesino della Lessinia orientale situato nel Comune di Selva di Progno in testa alla Val d’Illasi in provincia di Verona, a 758 metri d’altitudine, adagiato ai piedi delle Valli Revolto e Fraselle, racchiuso fra due torrenti che si congiungono subito dopo l’abitato. Raggiungibile facilmente da Verona tramite la Strada Provinciale 35 in direzione di Velo Veronese, dalla bassa veronese tramite la Strada Provinciale 10 in direzione Selva di Progno o da Vicenza tramite l’autostrada A4, direzione Verona, all’uscita di Soave si segue per la Strada Provinciale 10 in direzione di Selva di Progno. Giazza è rimasta l’unica località, dei tredici Comuni della Lessinia, in cui ancora si parla il cimbro, tramandato dai vecchi del paese di generazione in generazione, una cosa stupenda, a mio avviso, pensare alla tenacia con cui è stata mantenuta viva fino ad oggi questa vecchia parlata degli avi. Se ne avete l’occasione concedetevi una passeggiata in questo piccolo e tranquillo paesino montano, la piccola piazza, la chiesa e tante casette raccolte tutte intorno, abbarbicate sulle ripide stradine, vi regaleranno uno spettacolo magico e d’altri tempi, in sottofondo lo scrosciare delle acque dei torrenti.

Lo scopo di questo nostra domenica non è comunque questo piccolo paese, ma uno dei tanti sentieri che da queste parti partono in direzione del Gruppo del Carega, al margine nord tra le provincie di Verona e Vicenza, proprio ai confini con il Trentino si ergono le Piccole Dolomiti, di cui la cima più alta, la Cima Carega, appunto, raggiunge un altitudine di 2259 metri, ovviamente noi da camminatori poco esperti e con al seguito quattro bambini non contiamo di arrivare a tanto, ma faremo anche noi la nostra parte!

05 insegna rifugi

Dal centro del paese di Giazza, sempre seguendo la strada provinciale 10, e poi la strada forestale che conduce in località Le Giare e Revolto di Sotto, tramite una bella via asfaltata, che solo in certi punti diventa un po’ stretta, in circa venti minuti si raggiungiamo i primi piazzali in cui poter parcheggiare l’auto, qui trovate anche le indicazioni per la distanza e i tempi di percorrenza dei vari sentieri verso i rifugi. Noi abbiamo parcheggiato qui e siamo scesi alla ricerca di un posto in cui accamparci per fare il nostro pic-nic visto che l’ora di pranzo si stava avvicinando.

Lo scopo di questa nostra domenica non è comunque questo piccolo paese, ma uno dei sentieri che da queste parti partono in direzione del gruppo del Carega, al margine nord tra le provincie di Verona e Vicenza. Proprio ai confini con il Trentino si ergono le Piccole Dolomiti, fra cui si erge Cima Carega con i suoi 2259 metri. Ovviamente noi camminatori poco esperti e con quattro bambini al seguito non contiamo di arrivare a tanto, ma faremo anche noi la nostra parte!

Dal centro del paese di Giazza, sempre seguendo la strada provinciale 10, e poi la strada forestale che conduce in località Le Giare e Revolto di Sotto, tramite una bella via asfaltata, che solo in certi punti diventa un po’ stretta,  in circa venti minuti si raggiungiamo i primi piazzali  in cui poter parcheggiare l’auto, qui trovate anche le indicazioni per la distanza e i tempi di percorrenza dei vari sentieri verso i rifugi. Noi abbiamo parcheggiato qui e siamo scesi alla ricerca di un posto in cui accamparci per fare il nostro pic-nic visto che l’ora di pranzo si stava avvicinando. Scesi dall’auto ci accorgiamo di quanto la temperatura sia calata: eravamo partiti con quasi 30° in pianura per ritrovarne qui solamente 15°, per fortuna che un bel sole ci riscalda la schiena e le ossa.

 Facciamo una breve passeggiata, lungo un sentiero quasi pianeggiante, ampio e facilmente praticabile anche dai passeggini, per accomodarci alla fine su un bel prato al sole a mangiare i nostri panini con la soppressa fresca e profumata e una bella fetta di focaccia con l’uvetta, il tutto preso in uno dei tanti negozi di generi alimentari trovati lungo la strada. Ovviamente non siamo soli, intorno ci sono famiglie e ragazzi organizzatissimi con tavolini e coperte. Faccio inoltre presente che la zona è attrezzata con tante panche e tavole di legno in cui potersi sistemare comodamente, ci sono anche dei barbeque costruiti con le pietre del posto su cui poter grigliare carne e quant’altro…infatti siamo attorniati da uno squisito profumino di carne ai ferri che ci procura non poca acquolina!

Ripartiamo, e saliamo lungo la strada che si inerpica su dalla montagna, diventando sempre più ripida e stretta, anche se ancora asfaltata, oltrepassiamo il Rifugio Boschetto. Il basso portone da cui parte il sentiero montano è chiuso con un lucchetto, e l’accesso è consentito tramite il passaggio attraverso un pesante e vecchio mulinello di ferro, che gira a fatica. Inutile dire che abbiamo dovuto far passare i passeggini sopra il portone, per fortuna ci hanno pensato gli uomini del gruppo!  Saliamo piano piano, il sentiero è ampio e il dislivello molto leggero, i bambini possono camminare liberamente senza pericoli, ogni tanto bisogna però riprenderli “Dovete stare dalla parte della montagna” per evitare che si avvicinino troppo al lato dello strapiombo, anche se nei punti più pericolosi è protetto da una bassa recinzione. Camminare in salita ci fa riscaldare un po’ e fortunatamente alcuni tratti sono al sole, che per tutta la giornata è andato e venuto dietro le nuvole. Ai bordi del sentiero la vegetazione cresce rigogliosa e verde e Ettore con Caterina si divertono a raccogliere fiorellini gialli e steli di erba fresca.

Incontriamo molte persone, anziani, giovani e intere famiglie, tutte più attrezzate di noi, con i bimbi piccoli dentro allo zaino…siamo i soli con i passeggini. Caterina è stata bravissima, ha camminato per quasi tutto il sentiero, così come i cuginetti più grandi, forse la piccola Ester di soli cinque mesi avrebbe preferito una sistemazione migliore. Anche se la cosa è fattibile non posso dire che sia stata la soluzione migliore portare il passeggino, non tanto per la pendenza che è minima, quanto per la conformazione del sentiero, con sassi e buche, per questo consiglio a chi dovesse percorrere questi luoghi di munirsi di zaino porta bambino. 

Arriviamo al Rifugio Revolto e ne approfittiamo per fare una sosta…in fondo dobbiamo ancora bere il caffè! Caffè per i grandi e merendina per i piccoli. Ci sediamo comodamente in una delle tante panchine disposte davanti al rifugio. Ne approfittiamo per andare in bagno e per dare un’occhiata dentro. L’interno è caldo, avvolgente, con un ambiente familiare e montanaro, sul bancone in legno sono disposti panini e fette di torte…ma resistiamo e non cadiamo in tentazione! Qui se si vuole si può mangiare un buon pasto e anche dormire, al piano di sopra ci sono delle stanze con il bagno in comune.

i bimbi seduti sulle panchine al rifugio Revolto

Fuori invece si gode un ottimo panorama su tutta la vallata, sopra un cielo azzurrissimo e un caldo sole, più in là, sù da una verde salita, abbarbicata in un angolo della montagna c’è una piccola chiesetta con un capitello con una Madonnina e un via vai di gente che sale e scende per farle visita.

la chiesetta del rifugio Revolto

Ripartiamo, vogliamo raggiungere anche il Rifugio Passo Pertica, tenendo sempre sotto controllo l’altitudine, con la piccola Ester non possiamo permetterci di andare tanto oltre i 1.500 metri.

Lungo il cammino oltrepassiamo il confine della provincia di Verona per entrare in quella di Trento, un cartello ce lo segnala chiaramente! Via via che ci avviciniamo la salita si fa un po’ più dura, Caterina ogni tanto si avvicina al passeggino e chiede di salirci sopra per riposare un pochino, fortuna che lo spinge il papy! Siamo quasi arrivati, e una scalinata alla nostra sinistra ci promette di accorciare il tragitto, ma con i passeggini è impraticabile, e così ci dividiamo…passeggini a destra lungo il sentiero, e lo zio Alberto con i cugini più grandi su dalla scalinata! Arriviamo un tantino accaldati e affaticati e ci sediamo all’ombra del rifugio per riprendere fiato, apriamo per l’ennesima volta la borsa frigo e tiriamo fuori succhi di frutta e crackers per i piccoli per un’altra merendina, ma visto che siamo arrivati fin qui e siamo stati bravi ci concediamo anche dei buonissimi zaletti con l’uvetta, acquistati al bar del rifugio. Anche in questo rifugio, che si trova a 1530 metri di altitudine, vengono proposti piatti della tradizione montanara, ed è possibile dormire in uno dei 23 posti letto. Conosciutissimo dai veronesi che cercano un po’ di refrigerio nelle calde giornate estive, durante i mesi che vanno da giugno ad agosto è frequentatissimo.vista dal rifugio passo perticaRimaniamo ancora un po’, seduti al sole su alcune panchine, mentre i bimbi giocano con dei bastoncini, a godere di questo spettacolo, le cime dei monti tutti intorno a noi e il cielo azzurro sopra, solcato da qualche nuvola e dal volo di uccelli, aerei ed elicotteri. Ritornando verso valle ci diciamo che è stata una bella giornata, i bambini sono stati felicissimi del loro pic-nic in montagna, sono stati bravi perché hanno camminato senza lamentarsi, si sono divertiti e noi con loro. Torneremo sicuramente ancora da queste parti!

Approvato Veneto for Kids perché:

  • La distanza che ci separa è relativamente breve, circa un’ora di strada per noi che arriviamo da Verona.
  • In zona ci sono tantissime piazzole attrezzate in cui potersi fermare a mangiare o a grigliare, oppure si possono cercare prati in mezzo ai boschi come abbiamo fatto noi.
  • Il sentiero è veramente bello, facile e percorribile anche dai bimbi piccoli, il dislivello è minimo e la natura è tutta intorno, forse non consigliatissimo con il passeggino, ma se avete un zaino porta bimbi non vi fermerà nessuno.
  • Lungo il tragitto trovate ben due rifugi, uno alla partenza e uno all’arrivo, che vi permetteranno di utilizzare il bagno, bere qualcosa di fresco e mangiare qualcosa di molto goloso.
  • La montagna è bella e vivibile anche con i bimbi piccoli!

Link utili:

il sito del paese di Giazza : http://www.giazza.it/

il sito del Carega con tutti i rifugi: http://caregaweb.it/rifugi.html

il sito del Carega con tutti i sentieri: http://caregaweb.it/sentieri.html

il sito dei Cimbri della Lessinia: http://www.cimbri.it 

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